Il pilone teramano della Nazionale e dei Saracens di Londra ha ricevuto il premio della Città per la sua già brillante carriera e spinge per vedere realizzato un impianto dove far giocare le nuove giovani promesse come lui
TERAMO – La palla migliore gliel’ha passata suo nonno Doriano: “Ricorda che in questo sport per andare avanti la palla si passa al compagno indietro“. Ma Marco Riccioni, nonostante i suoi 25 anni, lo sa bene e per questo ha interpretato al meglio il suo ruolo di atleta professionista. Bravo sul campo, bravissimo nel terzo tempo. Quello a favore dei giovani che come lui piccolo guardava ai campioni della palla ovale come qualcosa di irraggiungibile ma non impossibile. Quello che lo spinge a fare il cuore, che lo riporta sempre nella Teramo della sua famiglia e dei sui amici, con un carico di responsabilità non indifferente: spingere per coronare il sogno di regalare un campo di gioco alla società dove è nato e cresciuto.
Per il pilone della nazionale azzurra e dei Saracens di Londra, teramano purosangue al punto da tatuarsi sul tricipite destro lo stemma di Interamnia Urbs (diventato famoso nella purtroppo triste inquadratura in mondovisione ai mondiali in Giappone quando Marco subì il primo infortunio), al Parco della Scienza ha ricevuto il leone stiloforo riservato ai teramani illustri, “quelli che portano alto il nome della nostra Città in giro per il mondo – ha detto il sindaco Gianguido D’Alberto, descrivendolo e complimentandosi per i suoi risultati -“. L’eco della notorietà di Marco, che ha saputo scalare i vertici internazionali del rugby in poco tempo partendo dai campetti della Gammarana e dal vecchio stadio comunale per arrivare a segnare una meta a Twickenham con la sua Nazionale e contro i compagni di squadra di club schierati dall’Inghilterra, è stata posibile misurarla dalla presenza del pubblico a questa cerimonia. Non c’erano soltanto i bambini e le ragazze delle due squadre maschile e femminile del Teramo Rugby, ma anche tanti appassionati che non hanno voluto mancare all’appuntamento per un selfie o un autografo.
‘Zio Riccio’, come affettuosamente lo chiamano i suo amici più intimi, ha sfoderato tutta la sua maturità di giocatore pro: conosciuto dal grande pubblico del gioco a 15 e dai teramani, potenzialmente in grado di ‘esibire’ la sua notorietà, ha confermato le sue qualità di modestia e disponibilità che ne hanno contraddistinto la sua carriera. Da qui l’invito ai più giovani a provarci sempre, a inseguire un sogno anche se sembra impossibile da realizzare, perchè i sogni, spesso, si avverano: “Io ne sto vivendo uno e ho cominciato esattamente come voi, ho sofferto e gioito sui piccoli campi, e sono cresciuto grazie alla passione e all’impegno di tanti amici e allenatori che hanno dato se stessi per intero, dedicandosi a noi, al nostro allenamento. Per questo credo che questa città meriti un impianto dove accogliere la passione di tanti ragazzi che come me hanno visto nella palla ovale il loro sport e vorrebbero farne un lavoro, come è capitato a me”.
Il passaggio è stato raccolto dal sindaco D’Alberto che ha confermato come Marco Riccioni si sia e si stia spendendo, in contatto con l’amministrazione comunale, affinchè il rugby possa trovare casa, e la imminente ristrutturazione dell’ex campo sportivo comunale va proprio in questa direzione: “Siamo in debito con il rugby cittadino – ha detto D’Alberto – ma stiamo recuperando e riusciremo a soddisfare questa giusta esigenza”. ‘Riccio’ non si è sottratto alla partita più difficile, quella di affrontare lo stuolo di ragazzini che non potevano non avere un selfie con lui o una firma su un foglietto o una maglietta: foto di rito, l’abbraccio dei vecchi istruttori, qualche lacrima su un video che gli amici del Teramo rugby gli hanno preparato per ripercorrere la strada percorsa da Teramo a Londra, via l’Aquila, Roma, Calvisano (con lo scudetto) e Treviso con la Benetton, passando per l’Italia Under 20, di cui è stato il Capitano, e la Nazionale maggiore (dal 2019) con cui adesso è impegnato nel Guinness Sei Nazioni. Perima di lasciare per rientrare nel ritiro della Nazionale – per preparare gli impegni contro il Galles, a Roma, sabato 11 marzo e poi contro la Scozia, ad Edimburgo, sabato 18 marzo -, ha sorriso e promesso a Samuel, che gli chiedeva “Marco quando verrai e vedere un nostro allenamento?”, di esserci sempre quando Teramo chiama.